L'evoluzione del pianoforte in Europa e America nel XVIII secolo
Scopri l'affascinante storia del pianoforte in Europa e America nel XVIII secolo. Dalla creazione dei primi strumenti in Francia, alla diffusione negli Stati Uniti, fino alle innovazioni di fabbricanti come Sébastien Érard. Un viaggio attraverso la trasformazione di un semplice strumento in uno dei più amati nel panorama musicale.

Nel XVIII secolo, la musica viveva un periodo di grande sviluppo in tutta Europa, e il pianoforte divenne uno degli strumenti centrali di questa evoluzione. Sebbene la Francia fosse uno dei paesi culturalmente più avanzati in ambito musicale, il pianoforte apparve solo a metà secolo. Esploriamo insieme come questo strumento è emerso e si è evoluto in Europa e in America.
Il pianoforte in Francia
La Francia, all'epoca una monarchia culturale di spicco, vide il primo pianoforte realizzato nel 1759, opera di un artigiano di nome Bertomian. Questo strumento era una versione modificata del clavicembalo, un popolare strumento musicale del tempo, con un'innovativa meccanica chiamata "tangent action" che colpiva le corde dal basso. Il pianoforte di Bertomian, purtroppo, non è giunto fino a noi, ma una sua replica è esposta al Museo degli Strumenti Musicali di Berlino.
Nel 1787, un altro innovatore francese, Pascal Taskin, costruì un pianoforte che segnò un'importante evoluzione. Taskin applicò una serie di innovazioni al sistema di azione del martello, includendo un meccanismo che fissava il martello al posto della leva, migliorando notevolmente la risposta del tocco. La sua macchina, inoltre, integrava un sistema meccanico di regolazione delle corde, conosciuto come "rest pins". Queste innovazioni avrebbero avuto un impatto duraturo sulla costruzione di pianoforti nei decenni successivi.
Nel 1777, un altro nome leggendario entra in scena: Sébastien Érard, uno dei più importanti costruttori di pianoforti della storia. Érard inizialmente copiò l'azione singola di Zumpe, ma nel 1796 introdusse il primo pianoforte a coda, che divenne il prototipo dei pianoforti moderni. La sua abilità nel perfezionare la meccanica del pianoforte lo rese famoso, ma fu solo nel XIX secolo che i suoi strumenti acquisirono fama mondiale.
L'evoluzione negli Stati Uniti
Anche se il pianoforte non era molto diffuso negli Stati Uniti all'inizio del XVIII secolo, l'influenza europea si fece sentire a partire dal 1773, quando il primo pianoforte fu utilizzato in un concerto a New York. Nel 1774, un pianoforte proveniente da una nave naufragata venne messo all'asta, segnando l'inizio della sua introduzione nel mercato americano.
Nel 1775, il primo vero e proprio pianoforte fu costruito da John Behrent, un artigiano che contribuì significativamente alla diffusione di questo strumento. Nel 1796, James Silvanus McLean brevettò una delle prime modifiche al pianoforte in America, ma le specifiche di questo miglioramento non sono ben documentate.
L'America, che stava attraversando la sua lotta per l'indipendenza, non vide un grande sviluppo nella produzione di pianoforti fino alla fine del secolo. Anche i compositori americani non riconoscevano ancora pienamente l'importanza del pianoforte, che rimase per lo più relegato a un ruolo secondario rispetto al clavicembalo fino alla fine del XVIII secolo.
Conclusioni
Nel XVIII secolo, il pianoforte iniziò a emergere come uno strumento musicale di grande importanza, grazie alle innovazioni di artigiani in tutta Europa e in America. Le modifiche ai meccanismi del pianoforte, come quelle introdotte da Taskin ed Érard, contribuirono a trasformare il pianoforte in uno degli strumenti principali del repertorio musicale classico. In America, l'adozione del pianoforte fu più lenta, ma il suo impatto sul panorama musicale del XIX secolo fu indiscutibile.